Innovazione: come verificare se la nostra strategia è ‘socially responsible’
Di fronte ad una società sempre più liquida, che incontra difficoltà nel fornire dei punti di riferimento stabili, anche l’impresa è chiamata a valutare l’impatto delle proprie scelte sull’ambiente che la circonda e sulla comunità con la quale, direttamente o indirettamente, interagisce. Le relazioni tra lo staff di un’azienda e l’ambiente lavorativo, la natura e la comunità, infatti, influenzano la produttività dell’impresa stessa. Per un’organizzazione, startup o azienda, che intende portare l’innovazione al suo interno, affinché gli sforzi siano a prova di futuro, occorre oggi progettare una strategia che tenga conto di tre fattori: sostenibilità, impatto sociale e integrità. Ciò significa innovare non soltanto per redditività e crescita, ma per creare valore all’intero ecosistema in gioco, prerequisito fondamentale per continuare a fornire valore in futuro.
È necessario, dunque, porsi obiettivi strategici e pensare all’innovazione in modo più sistemico. Possiamo farlo partendo dalla valutazione delle modalità in cui i nostri progetti e le nostre strategie si riflettono sulla società e sull’ambiente, formulando adeguatamente il nostro “sweet spot” dell’innovazione.
Cos’è lo sweet spot dell’innovazione?
È un framework che aiuta gli innovatori ad individuare il punto ottimale della propria strategia nell’intersezione tra desirability (desiderabilità), feasibility (fattibilità) e viability (sostenibilità) di una soluzione innovativa.
Per verificare se la nostra soluzione è:
- DESIDERABILE: dobbiamo chiederci quali problemi risolve. Come facilita il nostro cliente a completare una task o a raggiungere un obiettivo? Riesce a consentirgli di superare gli ostacoli che incontra in questo percorso? Se la risposta è sì, allora possiamo dire di aver superato il test. Altrimenti, ci sono altri punti critici da affrontare, che richiedono una ridefinizione della nostra soluzione.
- FATTIBILE: dobbiamo testare le capacità operative della nostra organizzazione che impiegheremo per realizzarla. Quali sono i nostri punti di forza operativi? La soluzione sfrutta i nostri punti di forza e, se sì, in che grado? Solo se la strategia sfrutta almeno l’80% delle nostre capacità operative possiamo procedere, altrimenti rischieremmo, da un lato, di dover investire notevolmente in nuove risorse e, dall’altro, di depotenziare la nostra organizzazione.
- SOSTENIBILE: dobbiamo sì chiederci se sia capace di garantirci un profitto, ma allo stesso tempo se sia praticabile nel lungo periodo, contribuendo alla crescita sociale e alla protezione dell’ambiente. Per valutare quest’ultimo aspetto, possiamo farci guidare ispirandoci a tre fattori individuati nel 2005 dall’ONU tra i Principi per l’Investimento Responsabile: Environment, Social, Governance. Ci chiederemo, pertanto, rispettivamente qual è l’impatto della nostra soluzione sull’ambiente, quale sulla comunità territoriale e quale sull’ambiente di lavoro e sull’organizzazione aziendale. Ciò ci consentirà di creare un differenziale competitivo, diminuendo il rischio di fallimento nel lungo periodo.